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Le utopie urbane hanno influenzato l'accadere dei singoli fatti urbani così come si sono costituiti nel farsi permanente della città? Tra le tematiche in atto nel territorio della città contemporanea - nell'apparente casualità dello sviluppo urbano - è possibile riconoscere dei principi insediativi che affondano le loro radici nelle teorie del passato? La ricerca ha tentato di esplorare le relazioni e reciproci scambi tra la città reale, così come oggi si manifesta, ed i modelli urbani nati dalle prefigurazioni di architetti e urbanisti. Questo rapporto - mai consequenziale in maniera diretta, tranne in pochi casi - è stato indagato in una chiave di lettura interna alla cultura della città, soprattutto analizzando le componenti formali presenti negli odierni processi di crescita urbana. Nella morfologia della città contemporanea, ritroviamo figure e frammenti come (vera!) eredità plastica e formale delle utopie urbane, una volta svuotate delle loro motivazioni politiche ed ideologiche. Come tutte le categorie concettuali che emergono nella storia delle idee, anche l'utopia si metamorfizza, autodetermina le sue nuove direzioni, corregge i mezzi e le sue finalità. In queste pagine si è utilizzata l'utopia per cercare di meglio comprendere la realtà della città contemporanea. Filippo Orsini Architetto e Dottore di Ricerca in Progettazione Architettonica e Urbana (2006), in ambito universitario si è interessato della gestione di progetti complessi legati alla relazione fra architettura, paesaggio ed infrastrutture. Ha approfondito i temi della città e della rigenerazione urbana come assegnista di ricerca e tutor in occasione di numerosi workshop internazionali. Autore di vari saggi ed articoli su riviste. Nella ricerca progettuale, la sperimentazione compositiva del lavoro concorsuale, lo ha portato ad ottenere per i suoi lavori numerosi premi e riconoscimenti. Attualmente è ricercatore e docente di Progettazione presso il DAStU della Scuola AUIC del Politecnico di Milano, città dove vive e lavora.